La 24 Ore di Daytona 1967 e la mitica Ferrari 330 P4
- Alba Model
- 30 apr
- Tempo di lettura: 4 min
Quando bellezza e velocità diventano un’opera d’arte

Era il 6 febbraio del 1967 quando la Ferrari realizzava una delle più grandi imprese della sua storia sportiva, piegando la poderosa armata Ford e imponendosi con una schiacciante vittoria nella 24 Ore di Daytona. Quel trionfo derivò da una meticolosa preparazione da parte della Scuderia di Enzo Ferrari, che doveva mostrare al più presto di avere la stoffa per vincere dopo la sconfitta nel Campionato Marche del 1966. La Ford, dotata di enormi risorse economiche e umane, aveva il chiaro intento di dominare, mentre Ferrari, all’epoca ancora lontana dall’essere il colosso di oggi, mise in campo tutta la determinazione e passione per fare la differenza.
Nelle competizioni dell’anno precedente la Ferrari 330 P3 si era dimostrata un’ottima vettura, trionfando alla 1000 km di Monza e di Spa. Tuttavia, il titolo del 1966 andò alle GT40 MKII della Ford, con i loro potenti motori da 7 litri, che vinsero le tre corse endurance più importanti: la 24 Ore di Le Mans, la 24 Ore di Daytona e la 12 Ore di Sebring. Si stava così diffondendo la convinzione che il dominio della Ferrari fosse ormai giunto al termine. Ferrari, però, era determinata a riconquistare il gradino più alto del podio, e, partendo dalla base della 330 P3, continuò l’evoluzione della famiglia "P" con la nuova 330 P4.

Ferrari 330 P4, un progetto per la vittoria.
La nuova vettura mirava a battere la concorrenza anche con un motore di cilindrata più contenuta, da 4.000 cc contro i 7.000 delle Ford. Per raggiungere tale obiettivo, Mauro Forghieri, all’epoca direttore tecnico della Ferrari, decise di sostituire il V12 monoalbero della P3 con il nuovo V12 bialbero derivato dalle vetture di Formula 1, lo stesso motore con cui Ludovico Scarfiotti aveva vinto il Gran Premio d’Italia a Monza nel settembre 1966.
Grazie a questa unità, dotata di distribuzione bialbero e tre valvole per cilindro, la P4 poteva contare su 450 cavalli, ottime prestazioni e un comportamento aerodinamico migliorato. Questa caratteristica, frutto di accurati studi condotti nelle gallerie del vento di Pininfarina e Stoccarda, consentì di ottenere una bassa resistenza all’avanzamento e una maggiore deportanza.
Enzo Ferrari doveva battere Ford a tutti i costi e, con il primo esemplare di P4 completato tra ottobre e novembre del ’66, colse l’opportunità di effettuare un test preliminare di 24 ore proprio a Daytona. Questo test permise di ottimizzare ulteriormente la vettura, affinando gli ultimi dettagli. Ferrari era pronta per la sfida!

La 24 Ore di Daytona 1967, la Gara che ha fatto la Storia.
A Daytona la squadra Ford schierava ben sei vetture GT40 MKII contro le due 330 P4 di Ferrari, affiancate da una P3 adattata alle nuove specifiche (ufficialmente denominata 412P). In qualifica, Ford si confermò fortissima, conquistando la pole position con la vettura di A.J. Foyt e Dan Gurney, che ottennero il miglior tempo in 1’55.100. La prima Ferrari, la 412P di Pedro Rodriguez e Jean Guichet, segnò un tempo di 1’55.400, seguita dalla 330 P4 di Bandini e Amon. La seconda P4 di Parkes e Scarfiotti partiva invece dalla sesta posizione.
Forghieri confidava nell’affidabilità e nel passo gara costante delle nuove vetture e dopo 24 ore di competizione, 666 giri e oltre 4.000 km percorsi, la 330 P4 #23 di Bandini e Amon vinse la 24 Ore di Daytona, seguita al secondo posto dall’altra P4 e, in terza posizione, dalla 412P. Proprio come previsto, le GT40 furono tradite dall’affidabilità, con diverse vetture costrette al ritiro per guasti tecnici.
I Numeri della gara:
La Ferrari 330 P4 #23 percorre 4084 km (2537 miglia) in 666 giri.
La Ferrari 330 P4 #24 percorre 4066 km (2526 miglia) in 663 giri.
La Ferrari 412P #26 percorre 3906 km (2426 miglia) in 637 giri.

Una vera opera d’arte e di tecnica
Con la Ferrari 330 P4, i tecnici del Cavallino riuscirono a combinare purezza delle linee, eleganza essenziale e prestazioni di altissimo livello. È universalmente riconosciuta come una delle Ferrari più affascinanti e pregiate di tutti i tempi. Il suo muso basso e i parafanghi sinuosi, con i fari incastonati come gioielli, ne hanno scolpito un’immagine indelebile.
La P4, esteticamente simile alla P3, nascondeva al suo interno innovazioni tecniche fondamentali: il nuovo V12 rivisitato da Franco Rocchi, la trasmissione interamente progettata da Ferrari e le sospensioni migliorate:
Potenza massima a 8.000 giri/minuto: 331 kW
Velocità massima: 320 km/h
Motore: posteriore, longitudinale, V12 60°
Cilindrata totale: 3967,44 cm³
Distribuzione: bialbero, tre valvole per cilindro
Alimentazione: iniezione indiretta Lucas
Telaio: tubolare in acciaio
La Ferrari 330 P4 è la dimostrazione che l'eleganza senza tempo si esprime anche nelle corse automobilistiche, come la spettacolare vittoria alla 24 Ore di Daytona che ha scritto una pagina di storia che ancora oggi continua ad affascinare.
Scopri il modello della Ferrari che ha fatto la storia
Disponibile ora da Alba Model in scala 1/24 a soli €24,98!
Comments